
scegliere un alimentatore senza conoscerne le caratteristiche principali e senza poterne comprendere la bontà risulta pertanto poco saggio. Una conoscenza adeguata spesso manca anche agli utenti più esperti, forse per la difficoltà degli argomenti da conoscere, ma in buona pare anche per il poco materiale informativo che circola in rete in merito.Questa guida è volta pertanto a colmare tali lacune, con la speranza di formare degli acquirenti più consapevoli, meno soggetti alle manipolazioni dei produttori e in grado in tal modo di modificare il mercato verso prodotti migliori.
Come funziona un alimentatore
Già dall'ingresso che forniamo all'alimentatore possiamo notare le prime complicazioni. L'alimentazione casalinga non è identica in tutto il mondo e ad esempio in America ha un'ampiezza di 110V e una frequenza di 60Hz. Per evitare di produrre due serie di PSU ciascuna per il diverso tipo di alimentazione in ingresso, inizialmente gli alimentatori presentavano uno switch che permetteva di impostare il corretto ingresso fornito (110V-220V). Attualmente i moderni alimentatori non presentano più questo tasto poiché sono in grado di accettare un ampio range di correnti alternate in ingresso (da 100V fino a 240V dichiarati per l'alimentatore recensito). Questo rappresenta anche un notevole vantaggio dal punto di vista della stabilità del sistema. Molti ricorderanno che in seguito a cali di tensione della linea elettrica i vecchi pc erano soggetti a spegnimento. Difficilmente oggi si hanno inconvenienti di questo tipo, oppure il più grave rischio di bruciare i componenti del pc in seguito a sbalzi di tensione (ciò in parte dovuto anche a un miglioramento delle linee elettriche e degli impianti casalinghi).
Alimentatori lineari
Questa configurazione pur producendo una tensione in uscita molto pulita mal si presta all'utilizzo nei moderni alimentatori. Le elevate potenze necessarie ( e quindi relative correnti) impongono l'utilizzo di trasformatori a 50Hz che diventerebbero troppo ingombranti, pesanti, costosi e dissiperebbero troppo calore. Gli alimentatori lineari peccano inoltre di bassa efficienza poiché la potenza non sfruttata viene dissipata completamente in calore.
Alimentatori Switching
La corrente continua così ottenuta viene trasformata in un'onda quadra attraverso uno stadio inverter che realizza lo switching. La frequenza di questa onda quadra è solitamente scelta tra le decine e le centinaia di kHz, preferibilmente sopra ai 20kHz per evitare che sia udibile dall'orecchio umano. In questa fase viene inoltre regolata la durata in cui l'onda quadra assume un valore positivo rispetto a quando l'onda è nulla (duty cycle). Maggiore è la richiesta di corrente in uscita all'alimentatore maggiore sarà il duty cycle. Questo controllo viene effettuato con una retroazione dall'uscita e una PWM (Pulse Width Modulation) dell'onda quadra in questione.
Dopo lo stadio inverter troviamo il trasformatore, questa volta a frequenza maggiore rispetto a quella di input e quindi di facile realizzazione. In uscita al trasformatore avremo ancora un'onda quadra ma di ampiezza minore.
Nel settore, in gergo, viene chiamato primario tutto ciò che è a monte del trasformatore e secondario tutto ciò che è a valle (analogamente ai rispettivi avvolgimenti del trasformatore stesso).
A questo punto la corrente viene di nuovo rettificata in continua e vengono generati gli output necessari (+12V +5V +3.3 -12V).
Il circuito di switching e la successiva rettificazione dopo il trasformatore può essere anche visto come un DC-DC converter, che trasforma la corrente continua in corrente continua di diversa ampiezza senza idealmente sprecare potenza, e in ogni caso in modo molto efficiente. Le tipologie di DC-DC converter (e quindi di circuiteria switching) sono moltissime, ciascuna utilizzata per diversi scopi in svariate applicazioni al di fuori dell'utilizzo in alimentatori. Non tratteremo questo argomento vista la sua complessità e la sua vastità. E' necessario però dire che la maggior parte dei DC-DC converter non genera una corrente continua molto pulita ma presentano spesso molte armoniche e frequenze spurie. Una parte molto importante dell'alimentatore diventa quindi il filtraggio dei vari output per rendere tale tensione il più possibile libera da rumore e oscillazioni.
La stabilità dell'uscita è invece garantita dalla retroazione e dal controllo effettuato tramite PWM.
La complessità dell'alimentatore è poi ovviamente accresciuta dalle varie sezioni che hanno il compito di proteggere l'intero sistema da corto circuiti e sovraccarichi.
Troviamo quindi:
- OCP: Over Current Protection (protezione di sovracorrente)
- OVP: Over Voltage Protection (protezione di sovratensione)
- OPP: Over Power Protection ( protezione di sovraccarico strettamente legata all'OCP)
- SCP: Short Circuit Protection (protezione di cortocircuito anche questa legata all'OCP)
I circuiti si comportano in modo da evitare lesioni alla PSU e al PC stesso nel caso che siano verificate alcune condizioni limite sulla tensione e sulla corrente di uscita. Nella maggior parte dei casi se il PC è già in funzione si spegnerà, mentre se non è ancora acceso sarà impossibile avviarlo.
Strettamente legato a questa necessità è la generazione da parte dell'alimentatore di un segnale chiamato PowerGood o PowerOK (solitamente corrispondente al filo grigio nel connettore 20+4 pin) che comunica alla scheda madre se tutto funziona correttamente ed è possibile avviare il sistema.
PFC (Power Factor Correction)
Prima di tutto occorre effettuare un piccolo ripasso della potenza in regime sinusoidale.
La potenza istantanea è generalmente definita come p(t)=v(t)*i(t), ossia il prodotto in ogni istante della tensione per la corrente. In regime sinusoidale (AC) la tensione e la corrente di un bipolo sono descritti rispettivamente da v(t)=Vp*sin(w*t) e i(t)=Ip*sin(w*t) dove il rapporto tra le ampiezze Vp e Ip ci dà l'impedenza (resistenza) del bipolo stesso. Generalmente quando nel bipolo non sono presenti soltanto resistenze ma anche capacità e induttori si viene a creare uno sfasamento fi tra la corrente e la tensione (dovuta all'impedenza complessa che si viene a creare). Se pensiamo ad un alimentatore possiamo immaginarlo come un bipolo visto dall'ingresso in AC e come sappiamo, anche nei modelli più semplici, esso conterrà almeno un condensatore per ottenere una forma d'onda continua a partire da quella rettificata con il diodo. La potenza in questo caso sarà composta ora da due contributi:
p(t)=v(t)*i(t)=Vp*sin(w*t+fi)+Ip*sin(w*t)=(1/2)*Vp*Ip*cos(fi)-(1/2)*Vp*Ip*cos(2*w*t+fi)
Possiamo facilmente individuare in tale espressione una parte della potenza che rimane invariata nel tempo e proporzionale al fattore cos(fi) e una parte che oscilla con frequenza doppia rispetto a quella della tensione e della corrente. La prima parte rappresenta la potenza attiva ossia la potenza effettivamente utilizzata, mentre la seconda rappresenta la potenza reattiva ossia l'energia che viene in continuazione rimbalzata tra induttanze e capacità del bipolo senza essere sfruttata.
Benché i nostri fornitori energetici addebitino nelle nostre bollette soltanto la potenza attiva consumata, lo spreco della potenza reattiva è comunque un costo per la società in generale in quanto rappresenta energia sprecata e conseguentemente anche inquinamento. In ambienti industriali inoltre, un consumo eccessivo di potenza reattiva viene fatto pagare oppure viene costretto l'utente a rifasare l'impianto in modo da raggiungere un certo cos(fi). Molti enti pubblici tra cui la comunità europea hanno promulgato norme volte alla minimizzazione di tale spreco e in questo ambito all'utilizzo di PFC. Il PFC ha dunque il compito di ridurre tale sfasamento tra corrente e tensione e di fare sì che in ogni istante le due forme d'onda siano il più possibile simili (non sempre a causa delle non linearità dell'alimentatore abbiamo correnti assorbite perfettamente sinusoidali).
Queste norme si applicano ovviamente non solo agli alimentatori ma a qualsiasi dispositivo elettrico che non abbia una impedenza puramente resistiva.
Essendo il cos(fi) un numero compreso tra 0 e 1 esso sarà massimo quando l'angolo di sfasamento è nullo e cos(0)=1. Generalmente può essere utilizzato anche una percentuale: ad esempio un cos(fi) di 0.95 o 95%.
PFC Passivo e PFC Attivo
Il PFC attivo utilizza invece una rete switching del tutto simile a quelle utilizzate nei DC-DC converter. L'obiettivo è prendere la corrente rettificata dal ponte a diodi posto subito dopo l'ingresso dell'alimentatore e ottenerne una corrente in uscita il più possibile costante. Questa corrente verrà poi passata alla sezione switching e poi al trasformatore come già visto.
Mentre nella soluzione con il condensatore che mantiene la tensione di picco per tutto il semiperiodo la corrente circola solo in un breve istante come in figura (2a) con l'utilizzo del PFC attivo la corrente circola sempre ed è in fase con la tensione (figura 3a).
Uno dei vantaggi secondari del PFC Attivo è quello di generare una corrente priva di ripple e quindi senza armoniche in frequenza piuttosto fastidiose, che se non filtrate potrebbero giungere fino all'uscita dell'alimentatore. C'è da dire che il PFC attivo suppone in ingresso una corrente perfettamente sinusoidale, cosa spesso non veritiera, pena la propagazione di contenuti in eccesso in frequenza, nei circuiti a valle; è importante quindi, come dicevamo, un prefiltraggio della corrente in input affinché ciò non si verifichi.



80plus
I requisiti per la certificazione 80 plus standard sono:
PF(fattore di potenza o cos(fi)) > 0.90 al 100% di carico
Efficienza>80% al 20%,50% e 100% di carico
Come già detto questi requisiti possono essere ottenuti soltanto con PFC attivo e con alimentatori switching particolarmente efficienti, cioè che dissipano pochissima potenza sotto forma di calore.
Esistono ulteriori certificazioni quali l'80 plus bronze, 80 plus silver e 80 plus gold che richiedono requisiti più stringenti sul PF(0.9 al 50% di carico) e sull'efficienza (fino al 90% per la certificazione gold).
Attualmente sono molti gli alimentatori testati e certificati 80 plus (ben 609) ma soltanto 53 hanno ottenuto la certificazione bronze e soltanto uno la silver. Ciò mostra la difficoltà di raggiungere tali livelli di efficienza e il continuo e incessante lavoro di ricerca per ottenere prodotti sempre migliori.
Per una lista completa degli alimentatori certificati consultare: http://80plus.org/manu/psu_80plus/psu_join.php




Linee +12V indipendenti
Per poter erogare una potenza maggiore, e in particolar modo dove necessaria (appunto sui +12V) i costruttori devono aumentare il numero delle linee a disposizione. In realtà questo torna utile in caso di sli/crossfire poiché abbiamo almeno un connettore per ciascuna linea separata.
Marche e Produttori
Spesso la scelta dell'alimentatore viene effettuata in base alla marca. Nella maggior parte dei casi però, spesso si ignora che la marca spesso non corrisponde al produttore, ma l'azienda che mette in commercio l'alimentatore con un certo brand può far produrre l'alimentatore a terze parti. A volte può succedere che due brand diversi possono condividere in pratica lo stesso alimentatore. Un metodo per risalire al produttore reale dell'alimentatore è individuare un numero presente sul pcb dell'alimentatore contrassegnato da una sigla che idi questo tipo E######. A questo link http://database.ul.com/cgi-bin/XYV/template/LISEXT/1FRAME/index.htm (Underwriter Laboratories che certifica quasi tutte le aziende che producono queste cose) e scoprire il produttore della parte elettronica dell'alimentatore (in pratica dell'alimentatore stesso).
In questo link potrete invece trovare una lista delle maggiori marche e produttori di alimentatori
http://www.jonnyguru.com/modules.php?name=NDArticles&op=Story&ndar_id=24
Connessioni e uscite
Tipicamente i connettori presenti su un alimentatore ATX sono le seguenti:
- 12V 4 pin (o 8 pin per le moderne schde madri ) per l'alimentazione cpu
- 20+4 pin per la scheda madre
- connettori pci-express 6/8pin per schede video
- connettori S-Ata per hdd e cd-rom
- connettori molex 4 pin per hdd eide e lettori eide
- floppy disk
- rosso: +5V
- giallo: +12V
- nero: massa
- arancione: +3,3V
- viola: +5VSB (+5V forniti anche con computer spento ma alimentatore connesso alla rete elettrica)
- verde: Power on (utilizzato dalla scheda madre per l'accensione)
- grigio: Power Good (a cui abbiamo già accennato)
- -blu: -12V