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Cooler Master V700: il nuovo top di gamma Cooler Master per categoria

Indice articoli

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Oggi abbiamo il piacere di presentarvi un alimentatore speciale, il Cooler Master V700 da 700W. Perché speciale? Perché fa parte della nuova serie appena immessa in commercio, top di gamma per wattaggio e interamente modulare. È un modello che si è dimostrato essere eccellente, scopriamone insieme le caratteristiche allora. Buona lettura !

 

 

 

 

 

 

 

 

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coolermaster logo

Cooler Master è un’azienda leader nel settore della dissipazione termica, dei cabinet per PC e in moltissimi altri settori quali ad esempio PSU, Gaming e sistemi per telecomunicazione. E’ molto apprezzata per via della cura per i dettagli, per le ottime feature, per una ricerca di natura estetica nel design e non ultimo per gli ottimi prodotti immessi nel mercato.

 

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Il nostro fine è analizzarne il corretto funzionamento in un sistema particolarmente potente, che permetterà di replicare le condizioni di massimo utilizzo di quest’unità. Siamo stati in grado di testarlo fino a poco meno di 740W di consumo, direttamente a monte della presa di corrente, e come vedremo si è dimostrato un ottimo modello, capace di reggere quindi un i7 920 overcloccato e due GTX 480 overcloccate ed overvoltate. Un risultato semplicemente eccellente, data anche l’ottima stabilità di fondo.

 

Ricordiamo che questo modello di GPU è uno dei più problematici sotto il punto di vista del consumo energetico, a maggior ragione se overvoltate, nel qual caso si raggiungono livelli davvero senza paragone per due sole schede video. Qualora foste interessati a modelli della concorrenza di ultima generazione, state certi che quello che vedrete oggi sarà lo scenario peggiore, quindi non dovrete minimamente preoccuparvi.

 

Rimandiamo al capitolo “Configurazione di test” per le impostazioni utilizzate.

 

Il prezzo è di circa 125 euro IVA compresa e la disponibilità in commercio immediata.

 

Cooler Master V700 Prodotto recensito da Matteo Trinca in data 18 Dicembre 2013. Voto: 5. Prezzo medio in Italia 125

 

 


 

SPECS 

 

 
 

 

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Non ci dilunghiamo molto sulla confezione esterna in quanto le immagini sono particolarmente esplicative. In sostanza non ci sono differenze dal solito confezionamento esterno Cooler Master, il che significa che è presente un buon numero di informazioni e l’imballo interno è valido. Vi mostriamo le foto:

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All’interno della confezione troveremo la dotazione, leggermente inferiore allo standard per via dell’assenza delle fascette di cablaggio:

  • l’alimentatore
  • pacco cavi modulari in una confezione separata
  • cavo di alimentazione dedicato CA
  • sacchetto con viti
  • foglietto illustrativo

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Alcune fotografie dei connettori:

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Come abbiamo potuto constatare, i cavi hanno una lunghezza elevata e quindi non porteranno a problemi durante l’assemblaggio con cabinet dalle elevate dimensioni. La particolare tipologia appiattita inoltre permetterà un cablaggio eccellente.


 

Ovviamente in questo caso è presente la certificazione di Ecova Plug Load Solutions e quindi l’unità viene pubblicizzata come avente un’efficienza pari o superiore al 92%. Un elevato valore di quest’ultimo parametro permette un minore consumo elettrico e quindi un inferiore costo della bolletta elettrica alla fine del mese; ciò consegue un’operatività più silenziosa dovuta al minore calore generato ed infine la consapevolezza di avere un prodotto decisamente più rispettoso delle problematiche ambientali inerenti allo spreco di energia elettrica. Facciamo presente che diversi portali, con sessioni di carico aventi hot-box, hanno mostrato valori prossimi alla certificazione Platinum, questo per farvi capire che piccolo gioiellino che abbiamo avanti.

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Analisi dell’esterno

Un alimentatore generalmente non è una componente dedita a modding, il che significa che il suo layout esterno, salvo casi particolari, non richiede particolari accortezze. Per l’appunto, è questo il caso. Il telaio non presenta elementi di rilievo se non il nuovo logo della serie V, da cui prende il nome l’alimentatore, ed un bordino argentato in alluminio spazzolato, che permette il fissaggio della ventola da 135mm. Adotta una colorazione grigio scura e si presenta con un‘unità interamente modulare. Nella parte anteriore sono posizionate le uscite modulari dell’unità ed è presente il consueto sticker superiore che impedisce lo smontaggio dell’unità, pena la perdita della garanzia. Nella parte inferiore  è invece presente lo sticker delle specifiche tecniche. La verniciatura è ottima e non sono presenti sbavature od imperfezioni.

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Posteriormente sono presenti invece le classiche fessure d’aerazione, esagonali a nido d’ape assieme all’ingresso della corrente, dove troviamo un posizionamento classico del pulsante di accensione, di dimensioni però classiche.

 


Ora procediamo invece all’analisi delle componenti presenti all’interno della scocca di protezione esterna.

ATTENZIONE: Ricordiamo che questa procedura, per via della rimozione delle quattro viti e della rottura del sigillo di garanzia, invalida quest’ultima. L’apertura quindi è altamente sconsigliata a meno che non sia scaduta la garanzia e che sia necessario cambiare la ventola, o eseguire direttamente riparazioni o misurazioni (da effettuare solo da personale esperto e qualificato). L’apertura dello scudo esterno di protezione richiede una certa manualità quindi vi invitiamo caldamente a fare la massima attenzione durante questo processo, anche per evitare che si possa spanare qualcuna delle viti.

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Primario: comparti di filtrazione delle EMI ed RFI e switch primario

Il design è Seasonic, più precisamente la famosa piattaforma KM3, che alcuni appassionati tra voi certamente conosceranno già (sicuramente in maniera indiretta, ad esempio Corsair AX760 80 Plus Platinum o alcune varianti XFX con certificazione 80 Plus Gold). Nel primario troviamo una topologia full bridge con un convertitore LLC. Cominciamo con l’analisi dunque: il primo elemento di un moderno SMPS è il sistema di filtraggio delle emissioni elettromagnetiche e radio, precisamente l’EMI/RFI Transient Filter. Viene posizionato necessariamente dietro all’ingresso della corrente AC  e  sono stati installati quattro condensatori ad Y ed uno a X nel primo stadio, oltre ad un induttore toroidale. Nel PCB principale troviamo altri due condensatori ad Y, due ad X, altri due induttori toroidali ed un MOV, utile qualora fosse presente una grande corrente in entrata.

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NOTA GENERICA: il transient filtering stage viene posizionato necessariamente dietro all’ingresso della corrente AC  e devono essere incluse le necessarie componenti affinché non ci siano interferenze elettromagnetiche. In merito al varistore (MOV, Metal Oxide Varistor), quest’ultima è sostanzialmente una resistenza, voltaggio-dipendente, che protegge l’alimentatore ed il sistema da picchi di voltaggio provenienti dalla rete elettrica esterna. Vi ricordiamo che se un alimentatore non è dotato di un MOV nell’EMI/RFI Transient Filter si dovrebbe sempre utilizzare il proprio sistema con un gruppo di continuità (o UPS), che agirà da filtro a protezione dei picchi di voltaggio; questi ultimi potrebbero danneggiare seriamente non solo l’alimentatore stesso ma anche l’intero sistema! In alcuni casi questa componente viene rimossa per ragioni di costo di produzione, e progettazione.

 

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Nel primario sono presenti due condensatori Panasonic da 420V e 270 μF cadauno, certificati a 105 °C; subito accanto troviamo un diodo e due CoolMOS® Power Transistor 5R250P del produttore Infineon.

 

NOTA GENERICA: quelli del circuito primario agiscono come buffer e sono molto importanti perché la loro presenza aiuta a proteggere il nostro alimentatore ed il computer stesso da pericolosi sbalzi di tensione e generalmente vengono collegati in parallelo al fine di sommare le singole capacità o, alternativamente, per modelli meno potenti. La tipologia dei condensatori utilizzata è quindi molto importante perché la vita di queste componenti si dimezza in base all’aumento della temperatura di ogni 10 gradi Celsius, sotto un normale carico di lavoro; questo significa che utilizzando modelli di condensatori capaci di gestire, senza il minimo problema anche 105 gradi Celsius, la durata della loro vita potrebbe essere addirittura pari al doppio rispetto a modelli standard da 85 gradi Celsius! Questo fattore è uno dei più sponsorizzati nel campo degli SMPS, non a caso ci si vanta della presenza di condensatori giapponesi nella propria unità, capaci appunto di sopportare temperature maggiori e quindi prolungare la vita stessa dell’unità.

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Presentano una capacità medio alta per un alimentatore da 58A sulla rail, qualora fossero presenti carichi impegnativi non ci sarebbe nessun problema. Subito dietro è presente il controller PFC, situato in un PCB dedicato verticale, che risulta essere associato ad un dissipatore passivo di generose dimensioni. É il modello Champion CM6901. Offre una efficienza migliorata rispetto ai più comuni modelli CM6800 e CM6802 combo, PFC/PWM.

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NOTA GENERICA: la colla sul PCB che osservate è uno dei nuovi standard di montaggio, perché così facendo si posizionano prima le componenti sul PCB inferiore, poi si fa in modo che aderiscano al PCB tramite l’adesivo termico ed infine  c’è l’inserimento dell’intera struttura nella macchina di saldatura a onda (senza Piombo presumibilmente). Così facendo si ottiene una qualità di assemblaggio, e conseguentemente di saldatura, migliore.

 

Trasformatore e secondario

Nel secondario viene utilizzata la cosiddetta “rettificazione sincrona”, unita a convertitori DC-DC per la generazione delle rail minori. Una nota di merita va posta sul sistema di dissipazione e sul layout complessivo delle componenti in quanto l’interno è molto ben organizzato, privo di potenziali hot-spots o ricircoli d’aria calda, complice anche l’eccellente ventola da 135mm, che certamente aiuta a dissipare facilmente il calore dell’unità. Non esprimiamo commenti per la parte posteriore del PCB in quanto non è stato possibile rimuoverla. Il PCB delle connessioni modulari è posizionato sulla sinistra e non presenta particolari degni di nota, eccetto dei condensatori polimerici e induttori toroidali. Da menzionare il fatto che nel secondario sono presenti condensatori polimerici Chemi-Con.

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In questa sezione possiamo notare il controller Weltrend WT7527V, installato su di un PCB verticale.

NOTA SINGLE/MULTI RAIL: è meglio single o multi-rail? Il problema sarebbe un tantino complesso da affrontare perché sarebbero molti i parametri da discutere ed approfondire, però con alimentatori di fascia alta generalmente non c’è differenza. Il fatto che ci siano Single Rail, specifiche e dedicate, porta ad una generale ripartizione migliore dei cavi, e della corrente in uscita, rispettando quindi la specifica Intel nella ripartizione della potenza. Molti alimentatori multi rail in realtà non sono altro che single rail con saldature più o meno curate. Gli alimentatori Single Rail sono molto apprezzati per l’overclock estremo in quanto spesso si eccedono le limitazioni imposte dallo standard ATX sulla singola linea. In questo caso però siamo dinanzi ad un alimentatore Single Rail; quanto detto precedentemente corrisponde al vero, però bisogna anche ricordarsi che Intel stessa specifica che gli SMPS dovrebbero avere sistemi multi-rail con corrente massima di 20A per canale. In questo caso siamo dinanzi ad un valore pari a circa il triplo, però c’è da notare che la ripartizione per connettori ed uscite è esemplare, indi per cui non si avrà il minimo problema in nessun caso.

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Ricapitolando la qualità delle componenti risulta essere su livelli molto elevati, come l’assemblaggio e la qualità della ventola.

 


Un alimentatore, per essere di ottima qualità, deve possedere un elevato numero di protezioni; analizziamo quali sono quelle principali e quali, tra queste, sono state utilizzate per questo modello.

 

Meccanismi di protezione e PCB

Generalmente queste sono le protezioni più diffuse ed a destra ne riportiamo, o meno la presenza:

  • OCP, non è specificata sulla confezione esterna ma è presente un Over Current Detector nel controller Weltrend WT7527V, indi per cui, sebbene non menzionata, è presente
  • OPP, si
  • OTP, si
  • OVP, si
  • SCP, si
  • UVP, si
  • SIP, non specificata
  • NLO, non specificata
  • BOP, non specificata

Molti di voi però si staranno chiedendo cosa significano queste sigle, scopriamolo insieme:

“OCP”- L’Over Current Protection è un meccanismo che impedisce l’arrivo di una corrente eccessiva sulla singola linea di alimentazione. Questo sistema porta a far si che non ci siano sovraccarichi dell’alimentatore, che potrebbero causare danni anche alla rete elettrica. Questa protezione è richiesta dallo standard di produzione ATX12V. E’ una protezione molto importante, che possiamo trovare d’altronde persino nei contatori delle nostre abitazioni; basa il proprio funzionamento su uno strumento chiamato “Circuit Breaker”, che è la moderna evoluzione dei fusibili, su piccola e larga scala. I padri ispiratori sono stati Joseph Henry ed un certo sconosciuto ‘’Michael Faraday’’ (uno dei pionieri nel campo dell’elettrochimica e dell’elettromagnetismo), anche se poi venne brevettato per la prima volta da Thomas Edison nel 1879 ( anche se poi lui stesso, commercialmente, utilizzò il sistema dei fusibili ); i moderni sistemi invece traggono origine dal progetto dell’ingegnere tedesco Hugo Stotz. Il “National Electrical Safety Code®” riporta la seguente dicitura: “any current in excess of the rated current of equipment or the ampacity of a conductor. It may result from overload, short circuit, or ground fault (Article 100-definitions)”.

“OPP” – Chiamata comunemente Overload Protection oppure Over Power Protection, si intende il meccanismo di protezione contro il sovraccarico dell'alimentatore (senza il limite per le singole rail). In sostanza spegne l’alimentatore qualora la tensione dovesse andare fuori specifica per un tempo superiore ad 80ms, grazie ad un circuit breaker (o peggio un fusibile) che agisce in base alla tipologia di OPP utilizzata ovvero istantanea oppure a tempo (TOC). E’ definita quindi come un carico di corrente che eccede un dato ammontare a causa di un evento inatteso, appunto quindi il sovraccarico. In una buona parte dei casi l’alimentatore dovrebbe, e si usa il condizionale, attivare questa protezione qualora fosse necessario, ma dato che in linea teorica potrebbe essere attivata anche solo tramite la semplice transizione tra stato attivo e stato di riposto, viene attivata solo dopo un certo lasso di tempo, per discerne tra situazioni transienti oppure derivanti da un sovraccarico propriamente detto.

“OTP” – La protezione da sovra-temperatura ovviamente agisce contro il riscaldamento dell’unità, ed è una specifica richiesta nella normativa ‘’12V’’. L’ Over Temperature Protection è anche spesso associata a OLP(OverLoadProtection/OverPowerProtection). A tal fine vengono utilizzati sensori chiamati termistori, applicati sia sul PCB che su dissipatori passivi in alluminio.

“OVP” – L’ Over Voltage Protection è un’altra delle specifiche richieste dalla normativa “12V” ed è un meccanismo che fondamentalmente protegge l’alimentatore, e conseguentemente il sistema annesso, da una tensione eccessiva su una determinata rail. Ciò accade per via di un malfunzionamento nel secondario, e quindi in questi casi è necessario abortire le operazioni per evitare danni strutturali, derivanti da una corrente eccessiva che fa aumentare sensibilmente la tensione sul singolo canale, che potrebbe andare oltre quella da specifica. E’ proprio qui che dovrebbe agire il controllo.

“SCP” - La Short Circuit Protection è una protezione contro i cosiddetti corto-circuiti, e quando ne viene rilevato uno viene immediatamente interrotta l'alimentazione all’unità. Questa è una delle protezioni più diffuse negli SMPS.

“UPV” – Questa è invece l’ Under Voltage Protection, che al contrario protegge da una bassa tensione sulle linee di uscita. Si è visto, con frequenza molto minore, che sebbene basse tensioni non riescano a danneggiare i componenti dell’alimentatore, sarebbe possibile invece che possano pregiudicarne la stabilità. Come è possibile osservare dal grafico, tramite l’analisi mediante un oscilloscopio, grazie all’ausilio di uno specifico circuito di protezione è possibile limitare di molto la stabilità di una determinata rail. Nella prima situazione possiamo osservare il repentino aumento della corrente nel finale, nella seconda invece il conseguente abbassamento di tensione senza un circuito UVP, mentre infine nella terza il comportamento qualora fosse presente. Questo circuito permette di non andare sotto i 5mV, grazie ad un supplemento di voltaggio addizionale qualora si dovesse scendere sotto questa soglia.

Grafico UVP grande

“SIP” - Oltre a queste è presente la protezione SIP ovvero la “Surge&Inrush Current” protection. Quando un dispositivo elettrico si accende per la prima volta c’è un picco di corrente in entrata, istantaneo. Questo porta alla necessità, da parte dei circuiti di protezione OCP, di reagire immediatamente per sovraccaricare o cortocicuitare, ma non interrompere il circuito quando la corrente, generalmente inoffensiva, fluisce. Questa protezione è possibile tramite l’adozione di dispositivi contenenti ossidi di metallo ceramici, capaci di sopprimere larghe correnti in entrata. E’ da notare che generalmente non viene menzionato, sebbene invece sia comunque presente negli alimentatori di buona qualità. Menzionarlo probabilmente è più un fattore di marketing, che altro.

“NLO” – Stiamo parlando della No Load Protection ovvero un sistema che permette di accendersi anche qualora non ci fosse carico nelle sue linee di uscita. Stando alle informazioni riportate in portali di elettronica, non è una protezione vera e propria, quanto piuttosto uno standard di riferimento.

“BOP” – La Brown Out Protection implica la presenza di un meccanismo di compensazione per un intenzionale, o non intenzionale, calo di voltaggio in un SMPS. Questa pratica di ridurre il voltaggio improvvisamente è utilizzata in casi di emergenza per ridurre il carico di potenza in uscita. Questa riduzione  è tale per periodi prefissati, da minuti ad ore. In caso di Blackout può addirittura essere imposta come misura preventiva dell’ultimo secondo. Nel caso delle periferiche che utilizzano questi sistemi di protezione (quindi SMPS dato che stiamo parlando di alimentatori), non ci saranno problemi in questi casi. E’ da notare che generalmente non viene menzionato, sebbene invece sia comunque presente negli alimentatori di buona qualità. Menzionarlo probabilmente è più un fattore di marketing, che altro.

 

Riassumendo, non sono specificate solamente le ultime tre, opinabili, certificazioni.

 


 

Meccanismi di dissipazione, ventola e rumorosità

Si è scelto di adottare una ventola da 135mm di diametro del produttore Protechnic MGA13512XF-O25, avente queste caratteristiche: DC12V, 0.38A ed un bearing della tipologia FDB. La conformazione è classica a 7 pale ed il colore è nero. Le pale delle ventole presentano una struttura classica ma il modello è molto valido, sia in termini di performance, sia di rumorosità complessiva; ciò è`possibile grazie alla fine regolazione che gli permetterà di girare ad un massimo di 8/9V, permettendo quindi un grande contenimento dei dBA massimi di targa. Data l’assenza di un simulatore di carico dedicato, purtroppo non possiamo fornirvi misurazioni dirette, anche perché la rumorosità del sistema di test era molto superiore a quella dell’alimentatore, ad ogni modo sarà un alimentatore molto silenzioso.

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In  questo caso è necessario montare l’alimentatore alla solita maniera, ovvero con le fessure di ventilazione rivolte verso il basso ( per favorire l’espulsione posteriore ed evitare l’accumulo di polvere).

 

Lunghezza cavi e modularità

La lunghezza dei cavi è ottima, soprattutto per quanto riguarda il connettore di alimentazione della CPU da 8 pin posteriore, che raggiunge i 68cm per il connettore primario e ben 61 per il connettore 20+4pin, annesso; questo ci permetterà di installare l’alimentatore anche in basso, in cabinet XL-ATX, e senza il minimo problema per il cable routing. Consigliamo sempre di acquistare prolunghe, soprattutto per la 24 PIN ed il connettore di alimentazione da 8 PIN della scheda madre però in questo caso difficilmente ve ne sarà necessità.

 

Ora la solita domanda: quali sono le caratteristiche tecniche più importanti che vi porteranno ad optare per un modello di un alimentatore invece di un altro? Indubbiamente il rapporto prezzo/prestazioni, poi senza ombra di dubbio l’efficienza, la rumorosità sotto carico, gli amperaggi sulla linea da 12V, l’affidabilità complessiva, il raffreddamento (che però è correlato al rumore, in questo caso ottimo e basso), ed ultimo ma non per importanza la stabilità dei voltaggi sotto carico. L’insieme di questi valori porta un alimentatore ad essere un’ottima scelta, nel tempo; una componente che tende ad essere sottostimata durante la fase di assemblaggio di un PC. Al contrario l’alimentatore è una parte fondamentale, che vi permetterà appunto di alimentare sistemi potenti, possibilmente con stabilità e silenziosità. Nell’evoluzione degli alimentatori, nel corso degli anni la linea da +12V è cresciuta costantemente, per far fronte alle grandi richieste di corrente, prima proprie solo della CPU ed ora prevalentemente delle schede grafiche dedicate.

 

In questo caso siamo dinanzi ad un prodotto che si è destreggiato con grazia e determinazione in ogni aspetto dell’analisi ed inoltre risulta essere perfettamente in linea con quanto dichiarato, non lasciando ombre od incertezze sull’utilizzo con sistemi dall’elevato consumo energetico.

 


Abbiamo deciso di testare l’alimentatore installandolo in un nostro sistema di test per verificare il comportamento in un caso reale, quindi soffermandoci su diverse situazioni ipotetiche che troverete nel vostro sistema. Stiamo realizzando una procedura di test rigorosa, tramite un simulatore di carico dedicato, purtroppo al momento tale sistema di test non è ancora ultimato, quindi dobbiamo fare necessariamente una simulazione di carico tramite un Personal Computer, analizzando varie situazioni che ci permetteranno di verificare il consumo, l’efficienza, il PFC e la stabilità dei voltaggi. Verranno anche fatti una serie di test per quanto concerne i bassi livelli di carico, al fine di verificarne l’efficienza; questo è particolarmente importante quando il PC è in IDLE con i sistemi di risparmio energetico attivati. Come software di test è stato utilizzato Prime95, per mandare sotto carico la CPU e FurMark invece per quanto riguarda la GPU. Le misurazioni in Volt sono state effettuate tramite l’analisi diretta grazie ad un multimetro professionale.  Sono stati rilevati i valori della tensione sulle varie linee verificandone la stabilità. Durante la prova, la temperatura ambientale è stata di circa 20 gradi centigradi.

Di seguito le specifiche della nostra piattaforma.

 
 
SYSPROVA
 

Abbiamo scelto di utilizzare come CPU un Core i7 920 revisione D0 in quanto permette di stressare in modo adeguato l’alimentatore, grazie al suo TDP di circa 130W a default. Come strumentazione abbiamo utilizzato un multimetro per l’analisi dei voltaggi sulle tre rail e di un misuratore di potenza per determinare il carico assorbito alla presa ed il fattore di potenza. È stato utilizzato OCCT e FurMark a diverse risoluzioni, tali da consentire un utilizzo appropriato e parametrato della scheda video e del processore. Sono stati utilizzati diversi settaggi, alle seguenti frequenze di lavoro:

PARFUNZ

 

 

Nel prossimo capitolo osserveremo il comportamento nel dettaglio, analizzando la stabilità sotto carico sulle singole rail. Di seguito le impostazioni di carico sotto Furmark:

PARFURM

 


In questo capitolo prenderemo in esame alcuni dei fattori fondamentali per un alimentatore, l’efficienza e la stabilità sul canale dei 12V, quindi tutto ciò che riguarda la stabilità delle tensioni per la scheda madre, la CPU ed infine la scheda grafica. Al fine di darvi un giudizio complessivo migliore, anche riguardo l’efficienza dell’unità, vi riportiamo anche il test effettuato dall’azienda Plug Load Solutions, test che ne ha permesso la certificazione 80 plus presso l’organizzazione 80plus.org, ente che certifica tutti gli alimentatori immessi nel mercato.

80plus v700

 

 
TEST
 

                                                                                                        

NOTA: facciamo presente che comunque le misurazioni di consumo sono indicative e sebbene siano presenti, la misurazione da prendere come parametro di riferimento è quella di Ecova Plug Load Solutions. Durante i test di carico se non si utilizza un simulatore, purtroppo non è possibile certificare il carico in A. Stesso dicasi per le misurazioni di temperatura, che dovrebbero essere condotte in un Hot-Box dedicato allo scopo, che purtroppo non è in nostro possesso (anche perché se fosse stato presente non sarebbe stato utilizzabile, data la procedura utilizzata).

La stabilità è ottima per le rail principali, perfettamente entro i range di tolleranza. L’alimentatore risulta essere altamente silenzioso data l’ottima regolazione della ventola. Non sono presenti rumori derivanti da condensatori fischianti. Le temperature infine sono molto valide per un’unità del genere.


orodesign

 

Prestazioni

5 stelle - copia

Eccellenti

Prezzo

5 stelle - copia

Molto valido date le performance, il top ma non al prezzo del top !

Design Esterno

5 stelle - copia

Curato ed elementare

Design Interno

5 stelle - copia

Eccellenti componenti, non ci sono misure dedicate ad un taglio dei costi di produzione, compromettendo la stabilità

Bundle

4 stelle

Peccato per le fascette del cablaggio

Ventilazione

5 stelle - copia

Eccellente ventola preinstallata ed altrettanto eccellente regolazione

Montaggio

5 stelle - copia

Classico, ma è interamente modulare

Complessivo

5 stelle - copia

 

L’alimentatore V700 Cooler Master è un progetto riuscito con i fiocchi. Il fatto che la piattaforma sia marchiata Seasonic la dice lunga, ed infatti non poteva che essere un successo. Portali esteri hanno riportato una parziale certificazione Platinum con piattaforme aventi sistemi Hot-Box, il che ne certifica ancora maggiormente la bontà. È un alimentatore che non delude, sottodimensionato rispetto alle proprie potenzialità, potente e duraturo, indi per cui non possiamo che consigliarne l’acquisto. Il prezzo è di 120 euro in media sul territorio Italiano.

 

PRO

  • Interamente modulare
  • Elevatissima efficienza
  • Eccellente qualità costruttiva
  • Silenzioso
  • Ottima stabilità nel complesso
  • Cavi in dotazione molto lunghi
  • Eccellente numero di protezioni

 

CONTRO

  • Non ve ne sono

 

Vi invitiamo a commenti e segnalazioni, siamo qui per aiutarvi e vi ringraziamo per la lettura.

Si ringrazia Cooler Master per il prodotto fornitoci in test

Trinca Matteo

Corsair

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