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Recensione Overlord - Il Fantasy Ritrovato

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Chi ha detto che nei videogiochi dobbiamo sempre fare la parte del buono?
Non vi è mai venuta la voglia, per una volta, di immedesimarvi in un personaggio crudele e spietato, pronto a uccidere per diventare il più potente tra tutti? Eh si, perché nel gioco il nostro scopo sarà proprio questo, vale a dire impersonare una creatura malvagia e pronta a tutto pur di dominare il mondo. Per fare questo non saremo soli: ci darà una mano con un’intrepida compagnia di piccole orribili creature altrettanto maligne, che faranno di tutto per difenderci e che serviranno e risponderanno ai nostri comandi, poiché siamo noi i padroni.

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Il fantasy ritrovato







 

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L’ambientazione di Overlord non è del tutto nuova, ma paragonata ai giochi più recenti, ci fa riassaporare un fantasy che, con il passare degli anni, è andato letteralmente perduto. Forse la chiave del successo e il lato che maggiormente ci resterà impresso di questo titolo è appunto l’ambientazione.

Potremmo forse definirlo un fantasy dei giorni nostri, saremo catapultati in un ambiente fiabesco, ricco di vita, in compagnia di animaletti simpatici e tutti gli amici del fantabosco.

Questo non è del tutto vero: apparentemente l’ambiente potrebbe sembrarci tranquillo, il nostro mondo è diviso tra bene e male e, se da una parte ci sono degli innocui ometti in stile Hobbit , scopriremo più in là un mondo tenebroso, oscuro, malvagio e pieno di pericoli. Rimandando a dopo le spiegazioni più dettagliate, ci apprestiamo a goderci i primi momenti del gioco, magari a volte noiosi e ripetitivi, ma che ci serviranno per prendere confidenza con i nostri poteri e imparare a comandare i servienti nel modo più giusto.

Se valutiamo che il mondo fatato in cui siamo stati catapultati sia troppo pericoloso per i nostri gusti, possiamo anche prendere una via più semplice, vale a dire quella di lasciare il compito più difficile ai nostri servienti, attuando una vera e propria dittatura: teniamo bene a mente che siamo noi a comandare ed i nostri i nostri sottoposti ubbidiranno. Durante il nostro viaggio infatti, saremo in compagnia di veri e propri scagnozzi pronti a tutto pur di difenderci. Fin dall’inizio della nostra avventura, impareremo ad evocarli, comandarli e fargli fare tutto ciò che vogliamo: un solo ordine ed essi attaccheranno i nostri nemici o potranno devastare tutto ciò che incontrano sul loro cammino. Non solo saranno ubbidienti, ma potranno anche acquisire nuove armi diventando così ancora più forti e spietati di quanto potessimo immaginare. Nonostante l’aiuto di questa simpatica banda, il nostro ruolo nel gioco non è del tutto passivo come si potrebbe immaginare: procedendo nell’avventura i pericoli saranno sempre maggiori e le creature che ci troveremo contro, sempre più potenti, quindi non basterà più un click destro di mouse per scatenare le piccole bestiole, ma al contrario dovremmo addentrarci più nell’azione e partecipare più direttamente.


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Lo schema del gioco è piuttosto semplice: dobbiamo immaginare innanzi tutto che il gioco è diviso in due luoghi principali.

  • La Torre, dove abbiamo il controllo delle nostre missioni e dove possiamo spostarci da un luogo all’altro.

  • Il mondo, che detto così può suonare effettivamente strano, ma va inteso come “tutto il resto” e per entrare nel vivo dell’azione dovremmo abbandonare la torre.

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Premesso questo, vediamo il concetto di gioco, ovvero l’obiettivo.

Durante le nostre missioni avremo degli obiettivi, questi variano dal recuperare oggetti al trovare un determinato luogo e via discorrendo. Nel caso in cui la missione che stiamo per svolgere consista nel recuperare un determinato oggetto, una volta che riusciremo a completare l’obbiettivo, i nostri servienti riporteranno (tramite apposito teletrasporto) questo gadget alla torre e sarà possibile ricostruirla.

 

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