Ciao Mondo 3!

BenQ XL2730Z 21Se il prefisso di un modello di casa BenQ è XL, sappiamo già che il monitor è da inserire tra i prodotti gaming più prestanti, o comunque quella è la categoria a cui punta. Abbiamo avuto modo di provare l’XL2420T, poi il diretto successore, ovvero l’XL2430T, e in questi giorni ci siamo occupati di testare l’ultimo modello rilasciato: l’XL2730Z, soluzione particolarmente interessante per alcune caratteristiche peculiari.

 

 

 

 

 

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Cosa riporta la carta d’identità del BenQ XL2730Z? Ha un display da 27” (starete pensando qualcosa del tipo “sì, ok, può andare, ma non attira la mia attenzione”), risoluzione WQHD da 2560x1440 pixel ("mh, mi sembra il minimo ormai"), frequenza massima di 144 Hz con tempo di risposta di 1 ms ("ammetto che comincia a stuzzicarmi, ma non vedo nulla di nuovo"), presenta tecnologie gaming come Motion Blur Reduction / Black eQualizer / Color Vibrance / Display Mode / Smart Scaling ("bene! Sembra un buon monitor gaming!") e supporta la tecnologia AMD FreeSync ("quanto hai detto che costa?").

È vero, sulla carta il BenQ XL2730Z si presenta molto bene e poi il produttore ha abituato i gamers a ottimi monitor. Le aspettative dunque sono elevate. Riuscirà ad uscirne a pixel alto anche andando a cercare il pelo nell’uovo?


AMD FreeSync

La tecnologia AMD FreeSync, così come quella G-Sync di NVIDIA di cui abbiamo parlato qui, hanno il medesimo obiettivo: superare i limiti dati dalla sincronia verticale (V-Sync) quando questa è attiva (possibile stuttering) e quando non lo è (possibile tearing). Trovare il modo di sincronizzare in modo dinamico il frame rate generato dalla scheda video e il refresh del monitor, è il segreto del successo. Più facile a dirsi che a farsi, a quanto pare. Con un ritardo non trascurabile rispetto a NVIDIA, anche AMD ha lanciato la propria tecnologia, ma le differenze non sono poche. Più che soffermarci sul “come opera”, discorso analogo a quanto riportato per il G-Sync, qui vogliamo parlare di come AMD vuole mettere a disposizione dell’utente finale la propria tecnologia.

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Non è un caso che nel nome ci sia un certo “Free” e questo viene spiegato nelle slide presenti. Al contrario della controparte, AMD sfrutta lo standard (VESA) della connessione DisplayPort 1.2a che integra una tecnologia chiamata Adaptive-Sync e non necessita di un modulo proprietario integrato nel monitor. Lo standard di utilizzo è aperto e non sono richiesti costi di licenza. Il tutto si traduce in un costo finale di utilizzo inferiore rispetto alla concorrenza; almeno sulla carta. Tra le altre differenze che AMD vuole mettere ben in evidenza è il range nel quale può operare la tecnologia. NVIDIA G-Sync rimane in un intervallo che va da 30 a 144 Hz (o 30-60 Hz), mentre il FreeSync ha un range più ampio 9-240 Hz (ma che in realtà troviamo in intervalli di 36-240Hz, 21-144Hz, 17-120Hz e 9-60Hz). Questo è un fattore che dipende dal monitor e infatti per esempio il BenQ XL2730Z spazia dai 40 ai 144 Hz (come l’Acer XG270HU); l’LG 29UM67 e l’LG 34UM67 supportano una frequenza dinamica tra i 48 e i 75 Hz, i Samsung finora noti arrivano a massimo 60 Hz e l’ASUS MG279Q sembra fermarsi invece a 90 Hz come detto qui.

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AMD ha precisato che non ha una propria blacklist / whitelist, ma richiedendo la sola presenza di una DisplayPort 1.2a, qualunque monitor che ne è provvisto sarà compatibile con la tecnologia FreeSync. Nella stessa tabella AMD puntualizza sulla non esclusività della funzione, ovvero questa non va a limitare funzionalità presenti nel menù OSD del monitor (ma su questo ci torneremo più avanti perché ne avremo da ridire), può veicolare l’audio sull’ingresso DisplayPort e i monitor possono avere più ingressi video. Riguardo all’ultimo punto magari c’è da fare una precisazione. Sebbene entrambe le due tecnologie funzionino con la DisplayPort, il monitor BenQ XL2420G (con modulo G-Sync integrato) è un’eccezione dato che mette a disposizione anche due porte HDMI e una DVI-DL. Nell'ultima slide AMD riporta la lista delle soluzioni video compatibili con la tecnologia proprietaria con supporto alla frequenza dinamica: Radeon R9 295X2, 290X, R9 290, R9 285, R7 260X e R7 260. A queste GPU discrete si aggiungono le soluzioni APU Kaveri, Kabini, Temash, Beema e Mullins. Altri modelli della serie Radeon HD 7000, HD 8000, R7 o R9, supportano la tecnologia solo per riproduzione video e risparmio energetico.

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Lato performance, secondo le slide di AMD, abilitando il G-Sync si ha un calo del frame rate, mentre con il FreeSync la differenza è pressoché nulla. Parlando di un paio di punti percentuali di media, non sembrano proprio numeri di rilevante importanza; siamo quasi nell’ordine dell’errore di misura.

Ma cosa succede se il frame rate va al difuori del range prima indicato? NVIDIA ha deciso di eliminare comunque il problema del tearing, cosicché, quando il frame rate generato dalla scheda video è superiore al limite di refresh del monitor (60/144 Hz) si avrà lo stesso comportamento che si avrebbe con il V-Sync attivo; questo ovviamente potrebbe causare un po’ di stuttering. AMD ha deciso invece di adottare un’altra strategia, lasciando all’utente la possibilità di scegliere se optare tra il V-Sync attivo o meno. Nel primo caso il game sarà limitato ai 60/144 FPS massimi, mentre nel secondo si potrà sorpassare la soglia, ma a quel punto potrebbe manifestarsi qualche fenomeno di tearing (questo perché non si avranno più i benefici della sincronia tra GPU e monitor) anche se la latenza di input migliora. A frame rate alti però l’effetto non è poi così evidente e molti videogiocatori potrebbero appunto preferire questa configurazione (ovvero FreeSync attivo e V-Sync spento).

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Al giorno d’oggi abbiamo monitor che come minimo hanno una risoluzione Full HD e ormai sono sempre più frequenti display con risoluzioni ben superiori, come per il BenQ XL2730Z o modelli UltraHD 4K. È allora più interessante e importante analizzare cosa succede quando si è al disotto del limite inferiore del funzionamento delle due tecnologie, dato che frame rate molto alti sono più difficili da raggiungere in questi casi.

Un’analisi accurata della situazione è stata fatta dal sito PCper e vediamo di spiegare in modo chiaro il grafico seguente. Per la parte alta del grafico (sopra i 144 FPS) ne abbiamo già parlato, ma il bello arriva adesso.

GSYNC vs FreeSync

Partiamo questa volta da AMD (linea arancione e linea rossa). Il limite minimo in cui si attiva la tecnologia FreeSync dipende dal monitor e per il BenQ è di 40 Hz. Quando la scheda video non riesce a generare almeno 40 FPS, il monitor si comporterà come un normale monitor a 40 Hz e si manifesteranno fenomeni di stuttering o tearing in relazione a come viene settata la funzione V-Sync: rispettivamente, attiva o spenta.

Passando a NVIDIA invece (linea verde e linea nera), il limite inferiore per il G-Sync è di 30 Hz e questo non dipende dal monitor visto che è presente un modulo hardware all’interno che si occuperà di tutto. NVIDIA è riuscita a mantenere un certo range di frequenza variabile anche al disotto del limite minimo. Se il frame rate scende a 29 FPS, il monitor in realtà funziona a 58 Hz e ogni fotogramma viene visualizzato due volte. La funzione continua nello stesso modo fino a 15 FPS (quindi 30 Hz), per poi triplicare il frame passando a 42 Hz con 14 FPS e così via. In questo modo NVIDIA elimina il problema del tearing, ma è normale aspettarsi una giocabilità comunque non soddisfacente visto il basso frame rate.

Probabilmente anche AMD potrebbe adottare una strategia simile, ma i driver sarebbero vincolati al tipo di monitor (che hanno range differenti) ed ecco uno dei vantaggi di NVIDIA nell’avere un sistema chiuso tra “modulo G-Sync – GPU – driver”.

È bene anche precisare che al momento della pubblicazione della recensione, AMD non ha ancora rilasciato dei driver che permettano la compatibilità tra la tecnologia FreeSync e una configurazione CrossFire. Con una singola scheda video, raggiungere un frame rate molto elevato a risoluzioni comunque non basse, non è impresa semplice, anche se in gran parte dipende dal videogioco considerato. 

 

Vi lasciamo anche ad un nostro video di prova della tecnologia AMD FreeSync: http://www.youtube.com/watch?v=ux0LXvL8WDE

 


Specifiche tecniche

Specifiche

Il BenQ XL2730Z monta il pannello M270DTN01.0, un LCD TN WQHD di produzione AU Optronics retroilluminato con W-LED.

Misuriamo una larghezza di 63,5 cm, altezza massima di 56,5 cm e minima di 44,5 cm (spicca la maniglia posteriore); corretta è la profondità, dove la parte più sporgente posteriore è la maniglia.

BenQ XL2730Z menù service

 


Unboxing e bundle

Le analogie con il BenQ XL2430T, già recensito cinque mesi fa, sono tante e partono già dalla confezione, che ne riporta quasi tutte le caratteristiche e informazioni; ovviamente per il BenQ XL2730Z troviamo anche un bel simbolo con su riportato “AMD FreeSync Technology”. Aperta la confezione troviamo tutto il bundle ben disposto e incastonato nei vari scomparti; la base di sostegno e il braccio di regolazione hanno delle buste di plastica protettive, ma in foto non sono presenti per colpa della poca cura riservata dai precedenti “colleghi”. Sotto il primo blocco di polistirolo è infine presente il display; anch’esso ben protetto da una busta di plastica e ben inserito nell’alloggio.

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Il monitor è identico in tutto e per tutto al modello già recensito e la procedura di installazione del sostegno non cambia di una virgola. Anche in questo caso ne viene riportata la metodica nel Quick Start Guide. Il braccio di regolazione va a coprire i fori VESA 100x100 mm e deve essere inserito fino al click che ne conferma l’aggancio; sarà poi possibile apporre la base che verrà fissata con una vite presente al di sotto. La base ha sei gommini antiscivolo che assicurano una buona presa sulla scrivania ed evitano i graffi.

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Il bundle è ben fornito e all’interno troviamo;

  • un cavo DVI-DL
  • un cavo DisplayPort
  • un cavo USB type-B to type-A
  • un cavo di alimentazione
  • il controller S Switch (nella scatolina)
  • un sacco di protezione in plastica nera
  • la guida al rapido utilizzo, CD (per software e manualistica) e garanzia

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Uno sguardo da vicino e analisi ergonomiche

Il design del BenQ XL2730Z è del tutto identico al già visto XL2430T, a meno delle dimensioni, ovviamente. Questo non è del tutto un punto negativo dato che ne avevamo apprezzata la struttura, la stabilità, i materiali e l’assemblaggio convincente. Il pannello TN da 27” ha un rivestimento opaco di tipo classico, per la natura della matrice; alcuni recenti pannelli IPS (anche PLS e AHVA) hanno un trattamento antiriflesso più leggero, ma non notiamo comunque un’eccessiva granulosità. La critica che si può già facilmente riscontrare dalle immagini, la riserviamo al frame non particolarmente sottile. Lo spessore delle cornici ammonta a circa 18 mm per i quattro lati. Anche se come per il gemello da 24” non è il monitor ideale per configurazioni multi-display, per l’XL2730Z questo sembra un malus minore vista la tipologia del prodotto (per la risoluzione elevata e la tecnologia FreeSync).

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La base è rettangolare (32 x 14,5 cm) e presenta in un angolo l’alloggio per il controller S Switch. Sulla stessa è presente una sorta di scala graduata che facilita il riposizionamento frontale; altre due scale le troviamo anche sul braccio di sostegno per la regolazione in altezza e per l’inclinazione. I comandi OSD si trovano sul lato destro e sono composti da cinque tasti fisici più uno per l’alimentazione che integra il LED di stato; questo si colora di una luce bianca in modalità ON e di una luce arancione in stand-by. All’interno del menù OSD è possibile disattivare il LED di stato.

Il frame laterale è percorso da una striscia in plastica nera lucida. Nella parte destra non sono presenti ingressi, mentre in quella sinistra si ha accesso a due porte USB 3.0, l’uscita e ingresso audio jack e il sostegno su cui è possibile riporre il proprio headset.

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Per la parte posteriore è d’obbligo far notare la comoda maniglia del braccio di sostegno e il foro che ha la funzione di raccoglitore cavi. Sul lato sinistro posteriore è presente il connettore di alimentazione, mentre sul lato destro figurano, in ordine, un ingresso jack audio (microfono), il connettore micro-USB per il controller S-Switch, una DVI-D DL, due HDMI (la prima in versione 1.4 e 2.0 per l’altra), una DisplayPort, una D-Sub e la porta USB type-B per l’hub USB. Altre scale sono presenti sul braccio per quanto riguarda la regolazione dell'altezza e l'inclinazione del display.

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Buone risultano le regolazioni ergonomiche; anche se è un monitor gaming, una certa flessibilità è sempre apprezzata. Il display può essere regolato in altezza per 140mm, ruotato di 45° per lato, inclinato da -5° a +20° e posizionato in configurazione pivot. Anche se tutti i movimenti non sono difficili da eseguire, può capitare di far ruotare anche la base durante la rotazione e la regolazione dell’altezza è invece un po’ scattosa. Impostando il monitor all’altezza minima, la distanza tra la cornice inferiore e la scrivania è inferiore ai 5 cm, mentre al massimo arriva a poco più di 19 cm.

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Prima accensione

Il BenQ XL2730Z è stato collegato per il test a una scheda video AMD Radeon tramite il collegamento DisplayPort. Bisogna installare l’ultima versione beta dei driver (nel nostro caso la 15.4) e non la versione stabile (14.12) perché oltre a non poter abilitare la tecnologia FreeSync, presenta evidenti problemi di flickering selezionando la frequenza di 144 Hz; scendendo a 120 Hz, o meno, il problema comunque scompare. Dopo aver installato i driver, un pop-up ci informa che si potrà attivare la tecnologia FreeSync perché è stato riconosciuto un monitor compatibile. 

FreeSync enable catalyst control center

Alla prima accensione abbiamo provveduto a resettare i parametri a quelli di fabbrica e si nota subito una luminosità troppo elevata con colori troppo saturi. Di serie infatti è presente la modalità di visione FPS1, indicata per videogames, ma meno accurata per l’ambiente desktop. Decidiamo dunque di passare alla modalità Standard, che sarà la nostra base per la calibrazione.

Con le impostazioni di default (Standard) registriamo una luminosità di 320 cd/mq, luminosità del nero di 0,50 cd/mq, contrasto di 640:1, temperatura del bianco di 6300K e gamma del 2,1. Soddisfacente è il range di luminosità che va da un minimo di 50 cd/mq a un massimo di 320 cd/mq.

Per interpretare e comprendere i grafici qui riportati, se necessario, potete trovare informazioni al seguente link.

 Gamut def Gamma def gamma3

Temp def normale

La fedeltà cromatica nelle condizioni out-of-box risulta molto buona, con un Delta-E medio di 1,37.

Potremmo riassumere una scala di giudizio secondo quanto segue:

  • Delta-E < 1 il risultato è eccellente;
  • Delta-E < 2 il risultato è buono;
  • Delta-E < 3 il risultato è sufficiente;

Delta-E > 3 la riproduzione è inaccurata 

Fedeltà def


Funzioni del menù OSD

Regolare i parametri attraverso i pulsanti fisici presenti sul monitor risulta comodo e preciso, ma perché allungare il braccio fino a lì se si ha il controller S Switch che è ancora meglio? Inoltre presenta i pulsanti per azionare con un click uno dei tre profili personalizzabili.

Il primo menù presenta tre voci personalizzabili di accesso rapido (di serie sono Black eQualizer, Blur Reduction e Mod Immagine) e poi c’è il Menù completo per tutto il resto.

BenQ XL2730Z 23 OSD 01

Si accede da subito a Impostazioni gioco, dove sono presenti tutte le features di BenQ e che troviamo ormai su tutti i modelli gaming della serie come abbiamo visto in altre recensioni. Approfondiamo però la funzione Blur Reduction. Quando la si attiverà, la schermata diventerà inevitabilmente più scura, visto che la retroilluminazione adotterà un effetto stroboscopico; l’intensità della luminosità rimarrà sul valore che avevamo già impostato e sarà dunque necessario agire sulla stessa per compensare la perdita di luminanza. Dai valori minimi/massimi di 50/320 cd/mq, si passa a 20/135 cd/mq. Il valore massimo rimane sufficiente anche per il gaming. Bisogna inoltre aggiungere che attivando la funzione Blur Reduction si perderà la tecnologia FreeSync; infatti il menù all’interno del pannello di controllo dei driver AMD non sarà più presente e anche la sezione “Informazioni” nel menù OSD non presenterà più la voce “FreeSync”. Le altre impostazioni sono le solite che troviamo all’interno del menù dei monitor gaming di casa BenQ. L’ultima voce, Salva Impostazioni, permette di creare un profilo giocatore personalizzabile (fino a 3) e richiamabile rapidamente con il controller.

OSD 02 OSD 03OSD 04 OSD 05

In Immagine si potrà agire sulle classiche voci di regolazione, incluso l’overdrive AMA (opzioni Disattiva, Alto e Premium) e scegliere la modalità di immagine: FPS 1, FPS 2, RTS, Giocatore  1 / 2 / 3, Film e Standard. La terza sezione, Display, permette di scegliere la sorgente video di ingresso (non sono disponibili funzionalità di PiP e PbP per visualizzarne più di una contemporaneamente) e le opzioni di mapping: 17”, 19”, 19”W, 21.5”, 22”W, 23”W, 23.6”W e 24”W.

In Sistema, tra le altre cose, si può disattivare il segnale acustico mentre ci si muove all’interno del menù OSD (una sorta di beep chiamato Ronzio) e regolare l’intensità del LED di stato su Disattiva, Medio e Alto; già il valore medio potrebbe dare fastidio in talune occasioni visto che non si tratta di un puntino. Ottima dunque la scelta di permettere all’utente di disabilitarne la luce.

In allegato con il CD viene fornito il software DisplayPilot, che è identico a quanto visto qui per il BenQ XL2430T.

 


Creazione del profilo colore

Prima di procedere alla calibrazione del BenQ XL2730Z tramite la sonda colorimetrica Datacolor Spyder 4, abbiamo analizzato il risultato degli altri setting disponibili per quanto riguarda il gamma e la temperatura del bianco. Abbiamo comunque già appurato in un capitolo precedente che i valori di default risultano più che soddisfacenti.

GammaTemper

Con i valori di riferimento impostati come al solito, luminosità di 120 cd/mq, gamma di 2,2 e temperatura di 6500K, abbiamo ottenuto il seguente risultato abbassando la luminosità fino a 23, lasciando le impostazioni di default.

È possibile installare il profilo colore scaricando il file dal seguente link. È quasi sconsigliabile in questo caso perché probabilmente il vostro monitor sarà tarato meglio del profilo creato da un prodotto differente. Comunque, provare non costa nulla.

Calibr

La base di partenza è già piuttosto buona e la calibrazione non cambia di molto la risposta, anche se la temperatura presenta un aspetto più caldo. La fedeltà passa da un Delta-E medio di 1,37 a 1,03. Un risultato davvero niente male visto che parliamo di un monitor gaming.

 Gamut calib Gamma calib

Temp calibFedeltà calib

 


Confronto tra i monitor testati

Raccogliamo nelle successive tabelle i risultati dei monitor fin qui recensiti, sia nelle condizioni out-of-box e sia dopo l’avvenuta calibrazione.

Nero 01 defNero 02 calib

Contrasto 01 defContrasto 02 calibFedeltà 01 defFedeltà 02 calib

 


BenQ XL2730Z  in test

Colour banding

Come primo test abbiamo verificato la presenza del classico fenomeno del colour banding, ovvero delle bande di colore sulle sfumature, con diverse tonalità. Il pannello del BenQ ha un comportamento nella media per la tipologia del prodotto.

Colour banding 01 Colour banding 02Colour banding 03 Colour banding 04

 

Uniformità

Suddividendo lo schermo in nove rettangoli, abbiamo misurato con il colorimetro l’uniformità della luminosità e dei colori. La differenza massima registrata è risultata pari all’8%, con una media del 4,4%, per quanto riguarda la luminosità, mentre per il colore, il Delta-E maggiore è stato di 3,0, con una media dell’1,0.

Unif 01 lumin Unif 02 colore

Abbiamo inoltre catturato due immagini con una schermata nera al buio con diverso tempo di esposizione della fotocamera. L’immagine di sinistra riporta la situazione più simile riscontrabile a occhio nudo, mentre quella di destra ha una sensibilità maggiore alla luminosità.

Backlight 01 Backlight 02

Il nostro esemplare non mostra un’uniformità eccellente, ma non manifesta evidenti fasci luminosi. Sono i lati verticali a soffrire di bleeding in modo maggiore rispetto a quelli orizzontali. Questi si estendono per tutta la lunghezza e compaiono nei quattro angoli anche durante la visione di un film, data la presenza delle bande nere, come vedremo nella pagina successiva.

 

Angoli di visione

In questo test andiamo a valutare la deviazione colorimetrica all’aumentare dell’angolo di visione per i quattro lati. In questo test prevalgono in genere i display a matrice IPS / PLS / AHVA; seguono i VA e infine i TN.

Angoli di visione

È il punto debole dei monitor TN e il monitor in test non fa eccezione. Con una schermata completamente nera si apprezza un po’ di bagliore visualizzando il display dalle varie angolazioni; situazione in linea con monitor dal pannello TN. 

Glow

Reattività

Per testarne la reattività abbiamo utilizzato il tool presente su TestUfo.com. Per i vari setting dell’overdrive AMA disponibili nel BenQ XL2730Z, Disattivato, Alto e Premium, sono state catturate dieci foto con la fotocamera impostata con ISO 3200 e tempo di esposizione di 1/350 sec, e ne abbiamo riportato il risultato medio. La tecnologia FreeSync è stata disattivata durante il test dato che non permette variazioni all’overdrive.

AMA 01 Disatt AMA 02 Alto AMA 03 Premium

La reattività del monitor non è assolutamente un problema. Il parametro Alto è chiaramente il più performante tra i tre; il valore più elevato induce un’azione repentina dell’overdrive AMA e si manifesta il classico reverse ghost (scuro). Attivando la funzione FreeSync dal pannello di controllo dei driver AMD, il comportamento rimane analogo al setting Disattivato. La funzione Blur Reduction abbatte l’effetto sfocato durante il movimento, ma ha d’altra parte qualche malus; abbassa la luminosità massima a 135 cd/mq (comunque sufficiente), introduce un funzionamento PWM della retroilluminazione a LED e, soprattutto, esclude la tecnologia FreeSync.

Utilizzando la demo di AMD che permette di apprezzare visivamente il passaggio dalla modalità V-Sync disattivato, attivato e FreeSync, si può notare piuttosto facilmente come la tecnologia proprietaria che sfrutta l’Adaptive-Sync, sia priva di tearing e stuttering. Abilitando però la funzione, si notano alcuni problemi in più sull’effetto scia; sarà per colpa dell’overdrive non regolabile? Non è chiaro, anche perché in modalità FreeSync OFF, nel menù OSD risulta che il FreeSync sia attivo. Questo non deve generare allarmismi, visto che l’effetto è un poco evidente solo in questa condizione “estrema” e di rapido confronto. 

 FreeSync OFF VSync OFF FreeSync OFF VSync ON FreeSync ON

 


Analisi sul campo

Nel corso dei nostri test andiamo a valutare anche il comportamento generale del monitor nelle classiche funzioni di utilizzo e quindi a stilare un piccolo resoconto che non può essere immune da considerazioni anche soggettive.

Il BenQ XL2730Z è un monitor gaming, ma dato che il PC permette di fare infinite cose, vediamo come si comporta a tutto tondo. La calibrazione di fabbrica (dopo essere passati alla modalità di visione Standard e aver diminuito la luminosità) ha un response quasi spiazzante. Anche se non con valori da riferimento, la riproduzione è piuttosto accurata, con una fedeltà cromatica molto buona. L’ampia superficie di lavoro offerta dalla risoluzione QuadHD ne estende ulteriormente la polivalenza in ambito desktop. L’impressione è dunque positiva, ma parliamo sempre di un pannello di natura TN e basta spostare la testa di una manciata di centimetri dalla posizione ottimale per notare delle sfumature. Buono sì, ma un grafico non valuterà mica un monitor gaming, no?

Film

Trovarsi davanti un monitor lento per i film, sembra un’impresa ardua, ma per godersi un cinema fatto in casa servono alcune caratteristiche. L’angolo di visone costringe lo spettatore a trovare una posizione ottimale, ma perlomeno la buona ergonomia aiuta nell’impresa. Nelle due barre che si creano per il diverso rapporto video, qualche alone luminoso appare in prossimità dei quattro angoli. La non brillante uniformità del nostro esemplare in prova, come visto nel capitolo precedente, è più evidente sulle cornici verticali. In condizioni di utilizzo classico però l’effetto è molto meno evidente. La visione rimane comunque sufficiente.

Sul lato game dobbiamo essere più critici perché è proprio il settore di appartenenza del prodotto. La reattività non è messa in discussione, anche se l’opzione Alto dell’overdrive AMA ha sicuramente il miglior comportamento. È strano però non poter agire su questa funzione quando si attiva la tecnologia FreeSync. A quest’ultima poi non possiamo aggiungere neanche la features “Blur Reduction”, che riduce in modo molto evidente la sfocatura.

Game

Avere la tecnologia FreeSync su un monitor da 144Hz, tra gli altri vantaggi, è utile quando la GPU non è in grado di erogare tantissimi FPS. Giocando a Far Cry 4 a 2560x1440 con una top di gamma (R9 290X) non si arriva comunque a sorpassare i 70 FPS, anche abbassando la qualità. Al momento della recensione non sono stati ancora rilasciati da AMD driver in grado di sfruttare un sistema CrossFire con la tecnologia FreeSync e bisogna perciò scendere a compromessi; vedremo i risultati delle future soluzioni Radeon della serie 300.

A qualunque intensità della retroilluminazione, il funzionamento dei LED rimane di tipo continuo, evitando il fenomeno definito flickering. Come già indicato nel corso della recensione, la funzione Blur Reduction attiva una modalità stroboscopica (PWM) e conviene abilitarla solo durante i game.

Non sono presenti speaker audio integrati, ma per monitor del genere sarebbero stati del tutto sprecati.

 


Conclusioni

 

 Oro-HD new performance

 

Prestazioni 4,5 stelle - copia È sicuramente tra i monitor migliori provati, grazie anche alle features di BenQ, ma perché non si può regolare l’overdrive AMA con il FreeSync attivo?  
Qualità 4 stelle - copia Molto buona è la calibrazione di fabbrica, soprattutto per essere un monitor gaming. La tipologia TN mantiene però i suoi limiti. L’uniformità dell’esemplare non ha gravi problemi, ma abbiamo visto di meglio.
Ergonomia 4,5 stelle - copia Non manca (quasi) nulla; comoda la clip per riporre l'headset, la posizione delle porte USB e la maniglia. Piccola penalità per la mancanza delle funzionalità PiP/PbP, per la porta MHL e per le regolazioni non sempre comodissime.
Prezzo 4 stelle - copia Servono quasi 700 euro per il BenQ XL2730Z. La sostanza c’è, ma un pannello TN a questo prezzo fa storcere un po’ il naso.
Complessivo 4,5 stelle - copia  

 

Il BenQ XL2730Z è uno dei primi monitor con supporto alla tecnologia FreeSync (ovvero con ingresso DisplayPort 1.2a Adaptive-Sync) ed il primo che proviamo con mano. Le prestazioni di sincronia nel range ottimale appaiono in linea con quanto visto nella controparte NVIDIA, ma sarebbe andata meglio se fosse stato possibile agire sull’overdrive AMA del monitor. È difficile pensare che acquistando questo monitor non si voglia utilizzare la funzione principale, ma non è chiaro perché non si possa a quel punto agire sull’overdrive.

Mentre NVIDIA offre la funzione ULMB integrata nel modulo G-Sync (comunque non compatibile con la tecnologia di sincronia FPS-Hz), AMD non mette a disposizione una features analoga, ma in questo caso ci pensa BenQ con la funzione Blur Reduction. Seppur riducendo in modo netto la sfocatura nel movimento lavorando in modo convincente, questa andrà a escludere il FreeSync, che è poi la peculiarità di questo monitor. Magari alcuni giocatori preferiranno abilitare il classico V-Sync con la modalità Blur Reduction in quei giochi rapidi e molto leggeri graficamente. Le altre funzioni quali Black eQualizer e Color Vibrance, che possono dare un tocco migliore alla riproduzione in game, sono sempre disponibili.

BenQ XL2730Z 38

Peculiarità e caratteristiche intrinseche a parte, comunque non trascurabili, uno dei punti in cui AMD ha puntualizzato più volte sul FreeSync, riguarda il prezzo decisamente più conveniente rispetto alla concorrenza, ma al momento il mercato non sembra essere del tutto d’accordo. Il BenQ XL2730Z si contrappone dunque all’ASUS PG278Q che presenta specifiche simili, ma costa almeno 50 euro in più (su “strada”). Uno è nuovo e l’altro è in circolazione da quasi un anno, quindi un confronto tête-à-tête magari non è del tutto equo. Al momento il BenQ XL2730Z ha un prezzo d’acquisto di circa 700 euro, ma sarebbe decisamente più interessante trovarlo a qualcosa in meno; un taglio di almeno 100 euro lo renderebbe molto più attraente all’occhio (e portafoglio) dell’acquirente tipo. Al netto delle critiche, rimane un monitor che difficilmente deluderà un gamer powered by AMD.

 

Pro

  • Ottime prestazioni in gaming
  • Calibrazione di fabbrica molto buona
  • Buona ergonomia
  • Solita suite gaming di BenQ che...

 

Contro

  • … però non sempre va d’accordo con il FreeSync, come l’AMA e il Blur Reduction
  • assenti funzioni PiP/PbP

Si ringrazia BenQ per il sample fornito.

Andrea Fanfani

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