Ciao Mondo 3!

 1Ciao a tutti amici di Xtremehardware.com! Oggi andremo a scoprire un fullcover per schede video AMD Radeon R9 290x e 290, il nuovo Swiftech Komodo-R9 LE, dove LE sta per luxury edition. Sarà all’altezza delle aspettative questo waterblock? Riuscirà a tenere a bada i bollenti spiriti della GPU Hawai unendo a questo un’eleganza mai vista prima?

 

 

 

 

 

Swiftech logo

 

Swiftech, azienda leader nella progettazione e produzione di sistemi di dissipazione a liquido è stata fondata nel 1994 da Gabriel Rouchon. Costituita nel 2001 sotto il nome di Rouchon Industries Inc., ha riscosso fin da subito un notevole successo.

Lavoro pionieristico, innovazione, e una dedizione senza compromessi alla ricerca di qualità e prestazioni elevate hanno portato a una notevole quantità di prodotti pluripremiati che hanno segnato uno standard da seguire. Swiftech ha sempre dimostrato di pensare fuori dagli schemi, e rimane ad oggi guidata da un grande spirito competitivo; per questi motivi Swiftech è considerato da molti come uno dei padri fondatori dell'industria di raffreddamento a liquido per personal computer e il suo nome è riconosciuto in tutto il mondo come sinonimo di prestazioni, innovazione, qualità e valore dei suoi prodotti.

I fullcover Swiftech della famiglia Komodo sono molto conosciuti dagli appassionati e dagli addetti ai lavori, anche perché grazie ad una partnership con EVGA sono stati spesso utilizzati nei modelli Hydrocopper.

Nel corso della recensione di oggi andremo a vedere da vicino il nuovo fullcover della famiglia Komodo, l’R9 LE, che andremo a testare su una Sapphire 290.

 


Swiftech Komodo R9 LE: Confezione e bundle

Il Komodo R9 LE viene consegnato in una scatola di cartone nero lucido dove fa bella mostra di sé il logo Swiftech. Una piccola etichetta posta sopra l’apertura identifica il prodotto, nel nostro caso il KOMODO-R9 LE, e il contenuto della confezione. Il waterblock è disegnato negli U.S.A. ma è prodotto in Cina.

 

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Aprendo la confezione troviamo subito parte del bundle adagiato sulla spugna utilizzata per proteggere il fullcover che come possiamo vedere è davvero ben imballato e in grado di resistere facilmente ad un viaggio transoceanico.

 

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Togliendo l’ultimo foglio di imbottitura possiamo subito vedere il waterblock ben posizionato nella sagoma dell’imballaggio, come fosse una ben più costosa scheda video, e anche parte del bundle.

 

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Il bundle comprende:

  • 1 tubetto di pasta termica Swiftech
  • 2 tappi filettati g1/4”
  • Staffa per il montaggio, washer e relativa viteria
  • 2 filtri per cambiare la retroilluminazione del waterblock

 

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Il manuale di istruzioni è formato da 3 pagine e risulta abbastanza chiaro. Tuttavia sarebbe stato meglio indicare ad esempio le differenze delle varie viti oppure identificare i vari componenti del bundle,e sarebbe stato opportuno spendere qualche parola in più sul montaggio che è invece spiegato (comunque in maniera esaustiva) dalle illustrazioni.
Nulla di preoccupante per gli utenti più esperti mentre sarà fonte di qualche dubbio per gli utenti newbie,che tuttavia non correranno rischi.

 

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Swiftech Komodo R9 LE, Analisi in dettaglio

Una volta estratto dalla sua confezione possiamo osservare e ammirare (è proprio il caso di dirlo) il Komodo R9 LE.

 

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Una volta preso in mano il waterblock si capisce di avere tra le mani tanta sostanza, il suo peso (1,242kg) fa capire che si è utilizzato parecchio rame e al tatto si vede subito che il top è fatto di POM di ottima qualità e rifinito altrettanto bene.

 

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Il top presenta una finestra in plexiglass attraverso la quale sarà possibile vedere scorrere il liquido e che darà il meglio di se utilizzando liquidi colorati. Questa è sicuramente una particolarità perché spesso i top sono realizzati interamente in plexiglass e montati sul waterblock, oppure sono interamente in acetal. Qui invece abbiamo acetal e plexiglass, e tutto è assemblato in maniera perfetta da viteria anodizzata.

Il top presenta anche un bridge realizzato sempre in acetal nel quale sono ricavati i 4 ingressi-uscite filettati g1/4” e con in bella vista le scritte “liquid cooled” e “Radeon R9 series” di un elegante bianco. Tra di loro, a impreziosire, il tutto c’è il logo Swiftech realizzato in rilievo, retroilluminato a LED. Beh, che dire, questo Swiftech Komodo è davvero molto bello ed è costruito, assemblato e rifinito in maniera impeccabile. Possiamo sicuramente affermare che l’aggettivo un po’ presuntuoso “luxury edition” non poteva essere meglio speso per questo nuovo fullcover di casa Swiftech.

 

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Dall’altro lato invece possiamo vedere come continui il plexiglass lungo tutto il corpo della scheda e grazie alla retroilluminazione restituirà un effetto visivo davvero straordinario che farà breccia nel cuore degli amanti del modding e della personalizzazione.

 

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Ma andiamo a smontare il fullcover per capire bene come è fatto. Iniziamo dal bridge.

 

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Rimuovendo questo sportellino si può cambiare l’illuminazione LED dello Swiftech Komodo R9-LE.

 

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Possiamo vedere ora che il top dello Swiftech Komodo R9 è formato da 2 strutture differenti, entrambe ancorate al waterblock. Come si nota, non vi è una semplice apertura in plexiglass ma un intero foglio fissato in più punti al top. Gli o-ring sono di buona qualità e sono ben saldi nelle loro sedi.

 

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Andiamo ad analizzare il waterblock che è davvero benissimo e lavorato perfettamente.

 

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In particolare l’area dedicata al raffreddamento della GPU è formata da microalette per massimizzare la dissipazione. La lavorazione è anche in questo caso di grande qualità.


Analizziamo ora il waterblock e notiamo subito una cosa. I più attenti forse avranno notato che nel bundle mancavano i pad termici, giusto? Bene, non sono in bundle perché sono stati già tagliati e preinstallati, cosa volere di più?

Il waterblock è in rame e dato che ci troviamo di fronte ad una Luxury Edition, non è nickelato, bensì cromato! La lappatura è davvero perfetta, le sedi delle viti per il montaggio appaiono davvero solide e danno quindi molta sicurezza. Troviamo poi il cavo che alimenta il LED che in fase di assemblaggio verrà collegato al posto della rumorosissima ventola del dissipatore reference.

 

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E’ compreso anche un backplate realizzato in alluminio anodizzato nel quale troviamo le sedi per le viti dell’assemblaggio e in bella vista il logo Swiftech che sancisce l’appartenenza alla Komodo Elite Series.

 

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Il backplate ha anche una funzione attiva nella dissipazione, come possiamo vedere ci sono sia delle insenature che dei piccoli rilievi sui quali (vedremo meglio in fase di assemblaggio) andrà poi applicata della pasta termica. Il backplate è consegnato con una sottile pellicola plastica per evitare possibili contatti con il PCB della scheda video che potrebbero dare luogo a cortocircuiti, noi l’abbiamo tolto per fotografare meglio, ma consigliamo agli utenti di NON rimuoverlo proprio per una questione di sicurezza.

 


Swiftech Komodo R9 LE: schema di montaggio

Apriamo il foglio delle istruzioni e ci apprestiamo subito al montaggio. La prima pagina però ci desta qualche perplessità. Vediamo perché.

 

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Secondo Swiftech, per evitare possibili contatti tra il backplate e il PCB bisogna prima di tutto controllare che sulla propria Radeon R9 290X o 290 le saldature (tipicamente dei pin dei condensatori) non siano più alte di 1,5mm. In caso contrario ci potrebbe essere un contatto con il backplate, creando un possibile cortocircuito. In questo caso basterà “accorciarle” con una specie di cesoia. Questa è un operazione che sicuramente ci sentiamo di sconsigliare a chiunque, perché non si fa a cuor leggero e si potrebbe danneggiare in maniera permanente la scheda video invalidando ovviamente ogni forma di garanzia. Noi abbiamo controllato che il backplate non toccasse la scheda assicurandoci che ci fosse spazio sufficiente. Tuttavia nonostante non ci fosse alcuno contatto, una volta montato il fullcover e dato power alla scheda, essa ci ha restituito un bel “no video signal” segno che evidentemente qualcosa non andava. Abbiamo quindi provveduto a posizionare del pad termico su quelle saldature per isolarlo dal backplate e rimontando il tutto abbiamo potuto utilizzare la scheda senza alcun problema.
Questa delicata operazione va in contrasto con il resto dell’assemblaggio che fortunatamente è reso davvero user friendly grazie alla guida abbastanza dettagliata e al pad termico già tagliato e posizionato.

 

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Prima di assemblare il tutto assicuriamoci di collegare il connettore del LED alla scheda video e di aver messo il washer fornito in dotazione qui.

 

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Una volta posizionato il waterblock si può mettere il backplate e poi procedere all’assemblaggio tramite le viti fornite in dotazione e seguendo le indicazioni del foglio illustrativo.

 

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Ora che la nostra Sapphire Radeon R9 290 ha messo il “vestito buono” possiamo procedere ai test e verificare se questo fullcover così bello e ben realizzato risulta al top anche per quanto riguarda le performance di raffreddamento.

 

9  10  montato

 


Swiftech Komodo R9 LE, sistema di prova e metodologia di test

 

sistema

 

 

METODOLOGIA DI TEST

Sottoporremo il fullcover  Swifech Komodo R9 LE a dei test per misurarne il valore di portata testandolo prima singolarmente e poi nel loop di prova, valutandone quindi la restrittività in loop complessi.

Effettueremo poi dei test prestazionali, per valutarne le capacità di raffreddamento utilizzando diversi programmi per generare il carico sulla scheda video a due diverse impostazioni di clock per la nostra Sapphire AMD Radeon R9 290.

  • SETTAGGIO DEFAULT : Core Clock 947mhz /Memory Clock 1250
  • SETTAGGIO OVERCLOCK :  Core Clock :1150Mhz / Memory Clock 1350 Mhz

 

Per il monitoraggio delle temperature della scheda e del sistema abbiamo utilizzato i seguenti programmi:

  • MSI AFTERBURNER 4.0.0
  • GPU-Z 0.7.9
  • AQUASUITE 2014 - 2.3


Essendo il primo waterblock fullcover che testiamo per AMD Radeon R9 290-290X non possiamo fare comparative per i test prestazionali (ci saranno comunque comparative a breve, in quanto stiamo testando un altro waterblock su questa scheda video!). Per quanto riguarda invece i test di portata e restrittività faremo una confronto con il fullcover Ek-FC Titan Acetal + Nickel e con l’Alphacool NexXxoS NVXP Nvidia GTX780 almeno per avere qualche indicazione.

 


Risultati dei test


Test della portata e restrittività 

Per quanto riguarda il test della portata, abbiamo fatto diverse rilevazioni.
Considerando “LOOP A VUOTO”, un circuito composto da pompa, top, flussimetro e vaschetta, dando alla pompa 12v abbiamo ottenuto un valore medio di 404 L/h (una media tra il valore minimo e quello massimo).
Abbiamo poi inserito in questo loop a vuoto ciascun fullcover , subito dopo il flussimetro e prima del rientro in vaschetta, rilevando i seguenti risultati.

 

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Consideriamo poi il nostro circuito di test, cioè l’impianto che utilizziamo per raffreddare la nostra postazione e configurato come riportato nella tabella di cui sopra.

In questo caso i valori di portata rilevati sono i seguenti

 

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Confrontando questi dati si evince come il fullcover Swiftech Komodo R9 LE sia il meno restrittivo tra i waterblock testati.

 

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In particolare volendo quantificare di quanto sia restrittivo rispetto agli altri, abbiamo fatto questo grafico ricavato attraverso delle semplici proporzioni.

 

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In entrambi i casi il fullcover Swiftech Komodo R9 LE è risultato il meno restrittivo dei concorrenti. Possiamo sicuramente affermare che la casa americana ha fatto un ottimo lavoro con questa nuova serie Komodo migliorando notevolmente questo aspetto che nelle serie precedenti era un punto debole.

 


Test Prestazionali

Per eseguire i test abbiamo utilizzato i seguenti programmi:

  • Uningine Valley Benchmark 1.0
  • Battlefield 4

Per ogni test abbiamo registrato i dati tramite Aquasuite prima dopo e durante l’esecuzione di ogni test e in seguito costruito dei grafici tenendo presente la temperatura ambiente e la temperatura all’interno del nostro case Enthoo Primo e abbiamo adattato le temperature massime rilevate.

 

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Il test Uningine Valley è stato lasciato in esecuzione per 30 minuti e queste sono le temperature massime rilevate sia con le frequenze di clock di fabbrica, sia con il profilo overclockato che ricordiamo oltre a un core clock portato a 1150 MHz ha previsto un aumento del voltaggio fino ad 1,2V, questo per mettere alla prova anche e soprattutto i VRM della scheda video.

 

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Come si può vedere dai grafici la differenza di temperature è abissale, ma non potrebbe essere altrimenti trovandoci di fronte a una delle schede più “calorose” sul mercato e ad una versione reference del dissipatore ad aria.
Non potendo fare per il momento una comparativa con altri waterblock (almeno per lo stesso modello di ogni scheda) in ogni caso possiamo sicuramente affermare che le temperature fatte registrare dallo Swiftech Komodo sono più che soddisfacenti per un fullcover.

 

Ottime davvero quelle sul core della GPU e notevole il lavoro fatto per quanto riguarda i VRM2, temperature praticamente più che dimezzate! Sui VRM1 c’è un notevole miglioramento delle temperature e seppur ci potevamo aspettare temperature ancora più basse dobbiamo in primis sottolineare, come risaputo per altro, che la sezione di alimentazione di questa serie di schede AMD Radeon R9 è davvero molto impegnativa da raffreddare. Anche con un buon overclock, la scheda riesce ad esprimere tutto il suo potenziale senza incorrere in cali di frequenza dettati dal superamento del limite di temperatura o del power limit che possiamo tranquillamente aumentare fino al massimo consentito. In ogni caso avere 60°C gradi sui VRM è un ottimo risultato, considerando che questi componenti possono lavorare anche oltre i 100°C. Anche se ci potevamo aspettare temperature nell’ordine dei 45-50°C sui VRM1 ai fini pratici (che sono poi quelli che contano) non sarebbe cambiato davvero nulla.

 

Abbiamo poi testato la scheda in una sessione di un’ora e mezza con Battlefield 4, cercando quindi di simulare uno scenario daily che si può avvicinare il più possibile a quello di un utente medio, che non passa certo la giornata a fare pesanti stress test oppure benchmark. Per questo motivo abbiamo anche abbassato il regime di rotazione delle ventole a 1000RPM e anche la velocità della pompa portandola al 75%, in modo da ottenere emissioni acustiche davvero contenute, ma ovviamente con un leggero calo prestazionale del sistema di dissipazione, considerando che nel loop è presente anche un 4770k (tenuto a frequenze stock per non gravare troppo sull’impianto a liquido) e che in un gioco come Battlefield 4 multiplayer è parecchio stimolata rispetto ad un benchmark come l’Uningine Valley

 

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I risultati anche in questo caso sono molto soddisfacenti, il waterblock si comporta bene anche ad un flow rate più basso e le temperature non risentono più di tanto della diminuzione degli RPM delle ventole sulla superficie dissipante del radiatore (un triventola da 120mm) che è praticamente al limite in questa condizione di utilizzo (c’è stato un aumento di 3°C netti sulla temperatura del liquido dell’impianto).

Ovviamente questo aspetto riguarda marginalmente il waterblock utilizzato ma spetterà poi all’utente finale adeguare la massa radiante ai watt da dissipare; come sempre cerchiamo di fornire nei nostri test anche un dato che può essere verificato anche dall’utente medio. Riteniamo che testare un fullcover con un radiatore da 560 unito a ventole industriali da 38mm e 3000rpm non fornisce dati replicabili poi in uno scenario “consumer”.

In ogni caso in questo test il dato positivo è che comunque il waterblock si comporta davvero bene anche a flow rate non altissimi.

 


Conclusioni

 

oro  design

Confezione e bundle 4,5 stelle

Imballaggio più che adeguato e bundle completissimo.

Prestazioni 4stelle Ottime temperature anche sotto overclock e overvolt.  Forse si poteva fare di più sui VRM.
Estetica 4,5 stelle Uno dei più bei waterblock mai visti. Design aggressivo ma elegante, retroilluminazione a LED bellissima.
Materiali 5 stelle

Davvero Luxury Edition. Materiali e finiture di alitissimo livello.

Rapporto qualità/prezzo 4,5 stelle

Non economico ma adeguato alla qualità del prodotto.

Complessivo 4,5 stelle  

 


Ed eccoci giunti alle considerazioni finali sul fullcover Swiftech Komodo R9 LE. Possiamo sicuramente anticipare che il nostro giudizio è positivo, ma vediamo di descrivere i vari aspetti della nostra valutazione.

Packaging e bundle sono ottimi, in particolare ci ha veramente impressionato l’imballaggio del fullcover, protetto come fosse una scheda video, e questo è sicuramente indice del fatto che ci troviamo di fronte ad un prodotto di valore.

Come estetica e materiali è, a parere di chi scrive, il più bel fullcover mai provato. Il waterblock cromato è un vero spettacolo, il top in ottimo POM è poi impreziosito dalla finestra in plexiglass che lascia intravedere il liquido. Se poi ci aggiungiamo chicche come il logo Swiftech (cosi come tutto il profilo del fullcover) retroilluminato a LED e la possibilità di avere 3 colori diversi sostituendo facilmente il filtro con gli altri due in bundle, l’elegante scritta in bianco sul bridge e il magnifico backplate in alluminio anodizzato cosi come la viteria... beh, è sicuramente tanta tanta roba!

A livello di prestazioni Swiftech ha sicuramente lavorato molto bene dal punto di vista del flowrate facendo registrare ottimi risultati. Per quanto riguarda le temperature fatte segnare dal Komodo R9 LE sono ottime in particolare sulla GPU e sui VRM2, forse si poteva fare meglio sui VRM1, ma ai fini pratici non cambia nulla; con questo fullcover sarà possibile sfruttare a pieno queste calorose Radeon R9 290x e 290, alzando il voltaggio e il power limit al massimo sapendo di avere tutto sotto controllo.

Per quanto riguarda il prezzo, il fullcover è disponibile sullo shop ufficiale Swiftech a un prezzo di 159$, il che lo rende probabilmente il più costoso sul mercato. Il prezzo può essere giustificato dalla bontà dei materiali utilizzati (considerando anche il peso del waterblock) e dalla loro lavorazione (ricordando che il waterblock è cromato e non nickelato come alcuni concorrenti, lavorazione più costosa e che dovrebbe evitare problemi di corrosione verificatisi ad esempio nei waterblock Ek-Wb) e dalle finiture ottime, nonché da particolari aggiuntivi come i LED. Non dimentichiamo che nel bundle è fornito anche un belissimo backplate in alluminio anodizzato (che solitamente è venduto a parte ad un prezzo di 20-30euro).

Per quanto riguarda il rapporto prezzo-prestazioni, probabilmente ci sono sul mercato delle alternative capaci di ottenere le stesse prestazioni costando meno, risultando di certo meno nobili dal punto di vista dei materiali (e probabilmente anche meno durevoli nel tempo), ma sicuramente più anonime dal punto di vista del design.

Per tutti questi motivi ci sentiamo di attribuire a questo Swiftech Komodo R9 LE il Gold Award per i punteggi conseguiti e anche il Design Award per premiare l’ottima realizzazione del fullcover.

 

Pro

  • estetica e materiali 
  • bassa restrittività
  • backplate incluso
  • ottime temperature sul GPU core


Contro

  • prezzo
  • temperature sui VRM1 migliorabili
  • assemblaggio problematico su PCB con saldature più alte di 1,5mm

 

 

Si Ringrazia Swiftech per il sample fornitoci

Liberato De Vincenzo 

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